LA NUOVA USCITA DEL MUSEO DELLE CAPPELLE MEDICEE

Inaugurato il nuovo percorso di uscita del museo, a firma dell'architetto Paolo Zermani

Un’uscita d’autore, una soluzione architettonica innovativa ma in armonia con il complesso delle Cappelle Medicee e la sua lunga storia, che non solo agevolerà il flusso dei visitatori al termine del percorso museale, ma consentirà loro di visitare, dopo decenni di chiusura, la Cripta lorenese, ma anche di scoprire un tratto delle antiche e imponenti mura medievali fiorentine, emerse durante gli scavi, nonché un nuovo e ampio bookshop e servizi moderni, prima di riemergere sulla piazza che dà sul Canto dei Nelli, attraversando la scalinata in pietra con vista sul campanile della Basilica San Lorenzo e sulle cupole della Sagrestia Nuova e della Cappella dei Principi. A partire da mercoledì 27 settembre 2023 i visitatori del Museo delle Cappelle Medicee, complesso che ospita i sepolcri della famiglia granducale fiorentina e parte integrante del gruppo statale dei Musei del Bargello, concluderanno la visita attraversando la nuova uscita progettata dallo Studio di Architettura Zermani e Associati.

Dopo anni di intensi lavori, eseguiti senza mai chiudere il museo un solo giorno alle visite, viene consegnato al pubblico il nuovo passaggio, perfettamente integrato nel contesto storico e artistico, in grado di confrontarsi con la storia e con i grandi maestri che tra queste mura hanno lasciato alcuni dei loro più grandi capolavori, Michelangelo Buonarroti tra tutti.

 

Il progetto dello Studio di Architettura Zermani e Associati

 

Lo Studio di Architettura Zermani e Associati di Parma, vincitore nel 2018 del concorso indetto dai Musei del Bargello, ha sviluppato il progetto in una complessa area interrata, collegata alle cripte, dove sono stati collocati i nuovi servizi museali, adatti anche ai disabili, il bookshop, ed è stata creata una nuova piazzetta soprastante, incastonata tra le mura della Sagrestia Nuova di Michelangelo e della Cappella dei Principi, dove i visitatori emergeranno salendo attraverso una scalinata di pietra. Per rispettare il contesto così ricco d’arte e di storia lo Studio Zermani ha scelto di impiegare forme lineari e materiali come il Travertino di Rapolano, in armonia con le fabbriche adiacenti. Il progetto è anche un deciso inserimento contemporaneo a fianco dell’opera dei grandi maestri del passato, e l’intervento, attraverso un linguaggio preciso e minimale, stabilisce con chiarezza la propria autonomia formale. Collocata nella zona delimitata dai corpi di fabbrica barocca della Cappella dei Principi, della michelangiolesca Sagrestia Nuova e dell’estremità destra del transetto della Basilica di San Lorenzo, la nuova uscita va quindi a definire un luogo molto singolare della città di Firenze. L’esigenza di garantire le migliori condizioni di sicurezza e di fruizione durante la visita del pubblico ha dato un forte impulso a concludere i complessi lavori iniziati già nel 2010 per dotare il Museo di una nuova uscita, di adeguati e moderni spazi di servizio e, nel corso dei lavori, per mettere in sicurezza alcuni dei paramenti esterni del complesso delle Cappelle Medicee tra cui le pareti della Sagrestia Nuova e della Cappella dei Principi che insistono sull’area della nuova uscita. L’importo complessivo per la realizzazione della nuova uscita e per la messa in sicurezza, restauri e nuova segnaletica ammonta a circa 2.600.000 euro, suddivisi tra fondi propri e finanziamenti straordinari del Ministero della Cultura.

 

L’evoluzione del cantiere: dal 2010 al 2023

 

Lo scavo per i lavori della nuova uscita ha avuto inizio nel maggio del 2010 ad opera della Soprintendenza per i Beni Architettonici e paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Firenze (con esclusione della città su beni BSAE), Pistoia e Prato. In questo periodo, durante le operazioni di scavo sono stati ritrovati resti archeologici importanti e più precisamente parte della cinta muraria fiorentina del XII secolo (1172-1175). Risale al 2015 il passaggio tra Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato e la Ex Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze. Alla fine di quello stesso anno, il Museo delle Cappelle Medicee è entrato a far parte del neonato gruppo statale dei Musei del Bargello. Lo scavo termina nel 2017 e vista l’importanza storica e urbanistica dell’uscita che ridisegna i confini urbani e che doveva rendere i resti archeologici medievali visibili al pubblico in tutta la loro imponenza durante il percorso verso l’uscita, il direttore dei Musei del Bargello, Paola D’Agostino, con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (SABAP) per la Città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, allora guidata da Andrea Pessina, istituisce una collaborazione con l'Ordine degli Architetti di Firenze e la Fondazione Architetti Firenze per bandire, a fine 2017, il concorso internazionale di idee progettuali di cui è stato proclamato vincitore, a luglio 2018, lo Studio Zermani.

A partire dalla primavera 2023, una volta chiuso il cantiere e in previsione dell’apertura della nuova uscita, tutti gli ambienti del museo sono stati sottoposti a manutenzioni straordinarie e, dove necessario, a restauri, sotto l’attenta supervisione di Francesca De Luca, funzionaria storica dell’arte e responsabile del Museo delle Cappelle Medicee. 

Nella Cappella dei Principi è stata ripristinata l’integrità del pavimento in marmi policromi realizzato fra la fine del XIX secolo e il 1962 dall’Opificio delle Pietre Dure, che presentava in più punti delle piccole lacune. Nella Sagrestia Nuova, dopo una spolveratura generale, sono stati restaurati l’altare con i suoi candelieri marmorei e i due trofei d’armi, sempre di marmo, di Silvio Cosini, pesantemente offuscati dalle polveri e da tracce di materiali cerosi. Le pareti dell’abside, sulle quali Michelangelo e i suoi collaboratori avevano tracciato dei disegni, erano molto impolverate nonostante fossero protette da lastre di plexiglass e, nella fascia inferiore scoperta, erano visibili i danni provocati dall’appoggio dei piedi dei numerosi visitatori. Rimosse le protezioni si è provveduto a una pulitura molto leggera, sono state riordinate le lacune nell’intonaco e vecchie integrazioni e rimossi i segni delle scarpe dalla fascia inferiore. Sono stati puliti anche il Crocifisso e i candelieri metallici in lega di rame dell’altare, molto ossidati e sporchi, così come quelli dell’altare della Cripta medicea al piano terra e della Cripta lorenese al piano seminterrato. Dalla Cripta medicea è stato rimosso l’allestimento di una selezione di reliquiari del Tesoro di San Lorenzo, che era stato montato nel 2013 per la mostra Nello splendore mediceo. Papa Leone X e Firenze, recuperando così l’imponenza e la bellezza architettonica degli ampi pilastri e delle volte ribassate, messe in risalto dal nuovo impianto illuminotecnico, collocando i preziosi oggetti sacri, in deposito temporaneo dal 1943 dalla Basilica di San Lorenzo, in cinque teche addossate ai pilastri laterali della sala. Inoltre, sono state revisionate le cornici metalliche ottocentesche delle trentadue tombe terragne dei granduchi e dei loro familiari, oltre alla grande cornice della lapide monumentale dedicatoria sulla parete di fondo dell’abside. Per la tomba pavimentale di Giangastone de’Medici, che ora si trova nel percorso che porta all’uscita, è stato creato un distanziatore come quelli che proteggono le altre tombe simili della Cripta.

Infine, la Cripta Lorenese, costruita dall’architetto Emilio De Fabris per gli eredi dei granduchi Asburgo–Lorena nel 1873 e chiusa al pubblico da vari decenni, è stata liberata e restaurata interamente: dalla pulitura e lucidatura dei pavimenti (con il reintegro delle lacune sia nel marmo bianco sia nel bardiglio e sia nelle scritte delle epigrafi), dell’altare, degli strombi in pietra serena delle due finestre, delle lapidi marmoree alle pareti e intorno al pilastro centrale con le relative cornici in pietra serena, danneggiate dallo sporco e da schizzi di varie sostanze, di cui alcune oleose portate dall’alluvione del 1966. Gli stessi danni erano riscontrabili anche sulla parte inferiore della lapide commemorativa nell’abside della Cripta medicea, anche in questo caso non è stato possibile rimuovere del tutto queste tracce ma sono state visibilmente attenuate dal restauro.

Anche nella Cripta Lorenese è stato realizzato un nuovo impianto di illuminazione e due nuove vetrate che consentono di ammirare la tomba di Cosimo il Vecchio –Pater Patriae – di Andrea del Verrocchio.